2033. Internet a rischio per innalzamento dei mari, lo studio


Il cambiamento climatico impatta sempre più sulla vita della società, così anche che il mondo digitale risentirà di conseguenze gravi nel prossimo futuro. Internet a rischio per via dell’innalzamento dei mari entro il 2033.

A rivelarlo, già dal 2018, lo studio scientifico di University of Wisconsin-Madison e la University of Oregon.

Secondo le proiezioni, per effetto della crescita del livello degli oceani entro 13 anni più di 4000 miglia di fibre ottiche potrebbero andare in tilt così come oltre 1100 datacenter facenti parte di reti Internet ubicate lungo le coste. Danni al traffico web che avverrebero maggiormente nelle grandi città americane, New York in testa, ma che riguarderebbero anche numerose località in tutto il mondo.

In Italia ad esempio infrastrutture Internet di città come Venezia, Trieste, Pescara, Siracusa e molte altre saranno in futuro a forte rischio di compromissione. Uno scenario dalle conseguenze per ora imprevedibili per società ed economia.

La ricerca in questione, firmata dal team del professore di informatica Paul Barford della Wisconsin-Madison, ha lavorato incrociando i dati con le informazioni fornite dalla mappa globale dell‘Internet Atlas con quelli di NOAA. Al centro del problema vi è la fragilità delle infrastrutture dei grandi cavi sottomarini costruiti in gran parte negli anni 80/90 all’epoca non concepiti per sopravvivere a fenomeni complessi come i cambiamenti climatici.

(Mappa globale delle dorsali Internet – ATLAS)

Lo studio considera infine un campione di realtà maggiormente a rischio, fra quelle che subiranno le difficoltà più grandi dalla perdita di infrastrutture Internet spiccano compagnie hi-tech come CenturyLink, Inteliquent e AT&T. Ma ce ne sono molte altre.

Le conclusioni parlano di un’esigenza urgente di correre subito ai ripari rafforzando le reti Internet esistenti cercando così di contenere al meglio gli scenari, con particolare attenzione ai cavi ottici delle dorsali sommerse.

Scienziati e tecnici tutti d’accordo su un punto, su come sarà comunque impossibile riuscire a fermare i mari e che quindi si andrà avanti verso cambiamenti di natura realisticamente colossale.

La pubblicazione di studio (in inglese) si può consultare qui. Buona lettura.

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Pubblicato da Alessio Grandi Lab

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