AI Mode di Google, opportunità e rischi per i Marketer Digitali

AI Mode di Google, opportunità e rischi per i Marketer Digitali

L’introduzione dell’AI Mode di Google in Italia rappresenta la trasformazione epocale per il digital marketing. La sfida oggi non è più limitarsi a gestire campagne, ma collaborare con l’AI per definire strategie e contesti di business. Ecco opportunità e rischi.

Come noto Google ha lanciato definitivamente anche in Italia l’AI Mode, la funzionalità integrata nel motore di ricerca capace di fornire risposte personalizzate a richieste complesse in modalità di testo, immagini o audio. Questa nuova funzione di ricerca su Google, presente ormai in più di 35 nuove lingue e oltre 40 nuovi paesi e territori, rappresenta una sfida senza precedenti per i professionisti del marketing e le imprese che investono in pubblicità.

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In questo scenario, i marketer tradizionali, abituati a gestire campagne smistando budget e regolare CPC, sono destinati ad evolversi. Oggi l’AI di Google si assume il compito di trovare l’utente giusto al momento giusto, liberando risorse umane da dedicare a compiti di maggiore valore strategico, come la creatività, l’analisi dei dati, la comprensione approfondita del cliente.

Senza scendere in noiosi tecnicismi da addetti ai lavori, che poco interessano a chi investe budget, è sufficiente capire i concetti base di questa nuova tecnologia: l’AI Mode va oltre i singoli prodotti/servizi, ma mira all’integrazione pervasiva dell’AI in tutte le principali aree del digital advertising e della ricerca, dalla nuova Search Generative Experience (SGE) che cambia le dinamiche di visibilità, fino ai sofisticati algoritmi che governano campagne come Performance Max (PMax) e le offerte automatizzate. In sintesi, uno strumento potente ma non sostitutivo.

Questo significa enormi opportunità, ma anche rischi. Vediamo quali sono.

Opportunità e Vantaggi dell’AI Mode per i Marketer

L’iper-Personalizzazione su Scala è il primo vantaggio da considerare. Le offerte e i messaggi vengono ottimizzati per ogni utente in tempo reale. Più creatività di alta qualità vengono fornite, più la macchina avrà opzioni per testare, combinare e mostrare l’annuncio più efficace a segmenti di pubblico estremamente specifici.

L’efficienza operativa è il secondo vantaggio di opportunità. Il tempo liberato dall’AI per la gestione tattica delle campagne, è tutto tempo guadagnato per la strategia creativa ad opera dei professionisti del marketing, i quali, possono concentrarsi non più tanto sui click ma sul contesto.

L’ottimizzazione predittiva infine è il vantaggio più strategico. Una migliore previsione delle performance con la relativa allocazione del budget pubblicitari avvantaggia l’intero processo. L’AI Mode dipende direttamente dalla qualità e dalla quantità dei dati di conversione, più dati e segnali si forniscono, più l’AI ottimizzerà le offerte su ipotesi precise e accurate.

I Rischi e le Incognite dell’AI Mode per i Marketer

Il cosidetto effetto scatola nera (Black Box Effect) porta inevitabilmente ad avere meno trasparenza sulle singole decisioni di bidding e targeting. Questo significa che chi investe in pubblicità online, non semre avrà il controllo sulle esclusioni strategiche delle campagne, le quali, saranno decise dall’AI.

C’è poi la dipendenza dai Dati. L’AI è efficace solo quanto i dati che le vengono forniti sono accurati e contestualizzati. Questo significa un maggiore sforzo da parte dei marketer nella raccolta e nell’analisi dei dati in fase di definizione degli obiettivi di campagna. Una condizione che obbliga a non lasciare nulla al caso.

Infine, c’è la saturazione Creativa. Questo aspetto richiede la creazione di un flusso costante di asset e creatività pubblicitarie di alta qualità per non correre il rischio di stagnare. Questo significa essere obbligati a monitorare con regolarità la diagnostica e i punteggi di rilevanza per identificare gli asset che l’AI utilizza meno e sostituirli regolarmente.

In conclusione, il successo nell’era dell’AI Mode di Google non dipenderà dalla lotta contro l’automazione, ma dall’imparare a co-pilotarla.

I marketer e le imprese più performanti saranno quindi coloro che forniranno l’eccellenza creativa e i dati più puliti, guidando strategicamente la macchina verso i propri obiettivi di business.

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Pubblicato da Alessio Grandi Lab

Consulente Digital Marketing Servizi Web

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